Mi sono dedicato per tanti anni ad esplorare la natura umana e la mia curiosità non si è mai esaurita. Dopo aver indagato una miriade di aspetti, sono rimasto affascinato dal tempo e dal suo impatto sulle nostre vite. Ha così preso forma una visione nuova del tempo, della sua funzione e delle sue potenzialità. Oltre ai nostri vissuti soggettivi, il tempo è un regolatore delle esperienze.
Il tempo, come lo spazio contiene le persone e le loro esperienze imprimendo a esse un ordine, uno sviluppo e un’evoluzione. Determina una dinamica precisa: gli eventi accadono in un luogo e in un tempo definito.
Il vissuto personale è al contempo oggettivo e soggettivo: misuriamo le ore e i giorni perciò sappiamo quanto tempo è trascorso, eppure un’ora può volare in un attimo e un’esperienza di pochi istanti può essere percepita come infinta.
Il tempo è un regolatore alla base di tutte le attività umane. La configurazione che assume provoca un’ampia serie di conseguenze.
Una funzione regolatrice del tempo è attivare-accelerare o inibire gli eventi. Un’urgenza, un pericolo imminente o una passione provocano una straordinaria accelerazione degli eventi mentre all’opposto altre attività vengono bloccate, fermate, inibite. Spinti da un bisogno pressante si diventa capaci di ottenere velocemente un risultato inimmaginabile in condizioni normali. Questo vale tanto per il singolo individuo che per il comportamento collettivo.
L’adolescenza è, per esempio, un periodo della vita in cui è ben evidente il principio del forzare i tempi per realizzare un desiderio.
È interessante osservare che il meccanismo, oltre alla psicologia, è presente nel nostro corpo: l’amigdala secerne ormoni capaci di scatenare o inibire i processi fisiologici. Il meccanismo è ugualmente operativo nelle dinamiche sociali: sotto la pressione di un conflitto bellico si verifica un balzo tecnologico, gli scienziati scoprono conoscenze e soluzioni inedite che diversamente non otterrebbero.
La priorità determina l’obiettivo in cui riversare le risorse, indica le azioni da compiere: che cosa deve essere fatto ad ogni costo e subito. Il livello di urgenza definisce la quantità di energia, la velocità, l’intensità con cui agire. L’efficacia dell’investimento (quanto e come fare, essere più veloci) determina l’esito finale: che cosa emerge e si afferma, che cosa esiste, che cosa si conclude.
La singola persona, o un’intera società, può provocare un’accelerazione degli eventi: forzare un’attività prescelta e determinare uno sviluppo di grandi proporzioni in un breve lasso di tempo.
Tale meccanismo opera anche nel verso opposto, la singola persona e la società possono bloccare un’attività e impedire il suo naturale corso. Il meccanismo può assumere svariate forme come il rifiuto, la deviazione, il tabù, la resistenza (non volere qualcosa) e altri ancora ma l’effetto è sempre uno: fermare un’esperienza.
Esperienze che dovrebbero risultare naturali per l’essere umano vengono fermate, a esse viene negato il tempo per il loro svolgimento.
Il tempo come regolatore delle esperienze svolge un ruolo decisivo nell’educazione perché rispettare le necessità e le tappe della crescita è fondamentale. Nelle diverse età un’esperienza può risultare giusta o sbagliata in base al momento temporale in cui accade.
Le mie riflessioni desiderano far emerge l’evidenza di quanto sia importante maturare la consapevolezza di questi processi e poterli vivere e guidare in modo consapevole e intenzionale. Per ognuno di noi è fondamentale avere la piena padronanza delle nostre esperienze: poter attivare-accelerare quando è necessario e poter inibire gli eventi indesiderati. Altrettanto fondamentale è avere la maturità per non attivare-accelerare e non inibire gli eventi quando ciò non è necessario.
Concludo con due domande di riflessione personale:
Come posso aumentare l’abilità di attivare-accelerare gli eventi quando questo è necessario?
Come posso aumentare l’abilità di inibire gli eventi quando questo è necessario?