Gli insegnanti della Scuola delle Abilità

Non dobbiamo perdere di vista un fattore essenziale del nostro essere docenti. Una parte di questa espressione è la conoscenza che si trasmette: l’informazione che permette di comprendere una determinata abilità. La seconda è la persona stessa dell’insegnante ovvero 1 La qualità della sua attenzione,  2 La qualità della sua intenzione, e La qualità della sua relazione.

1 Per essere causale L’ATTENZIONE  dell’insegnante deve essere da una parte originata dall’individualità  consapevole: sa chi è perché ha esperito direttamente se stessa con una ED e dall’altra voler e saper arrivare, toccare e riconoscere un’altra individualità consapevole. L’insegnante si rivolge all’individuo consapevole, non alla mente o al corpo dello studente. Saper riconoscere questa apparente e sottile differenza porta ad un cambio sostanziale di paradigma.  La differenza è la stessa che intercorre tra il tentativo di accendere un fiammifero sulla Luna oppure dentro ad una petroliera. Pur essendo sempre la stessa azione, l’effetto differente è talmente enorme che si fa fatica a ricondurlo allo stesso fiammifero.  L’attenzione e il riconoscimento che avviene grazie ad essa tra due individui consapevoli è l’interruttore che attiva e accende la crescita dello studente.

 

 

2 Per essere causale L’INTENZIONE deve essere consapevole, dichiarata e condivisa  molto spesso , oserei dire continuamente. L’intenzione rivela sia il fine educativo che il risultato finale che si vuole ottenere. Dire al nostro interlocutore qual’è il fine della nostra relazione, che cosa voglio ottenere, cioè la mia in tensione è il 50% dell’azione educativa. La conoscenza di come farlo è il 25% e attuarlo nella  filiera della coerenza ( è il restante 25%. Di tutta l’azione educativa.

3 Per essere  causale LA RELAZIONE deve essere positiva e possedere empatia. Positività ed empatia che scorrono dentro alle due identità: l’autorità primaria del docente: “insegnare è un mio bisogno”  e quella dello studente: “imparare è un mio bisogno”. Le due identità interagendo producono una dinamica, un preciso comportamento: Io dico e tu fai – Io insegno e tu impari nell’insegnate e “Io imparo e tu insegni – io seguo le tue indicazioni nello studente.” Ecco la formula finale dell’insegnante:

INFORMAZIONE + ATTENZIONE di ALTA QUALITÀ + INTENZIONE DICHIARATA e CONDIVISA + RELAZIONE  di ALTA QUALITÀ = INSEGNANTE DEL CENTRO STUDI PODRESCA

 

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