Ogni persona in base alle proprie esperienze e al proprio carattere sviluppa un peculiare rapporto con il limite: cosa posso fare, cosa no. Senza dubbio c’è una buona presenza del buon senso e di valide abitudini di vita. Oltre a questo ci sono degli elementi da esplorare per comprendere fino in fondo il nostro rapporto con il limite. Perché è importante farlo? 

Perché abbiamo bisogno di sentirci completi e di percepire che la nostra vita è giusta per noi, abbiamo bisogno di equilibrio, di non soffrire il poco e il troppo, di non sentire continuamente la frustrazione dovuta alla mancanza di qualcosa e lo stress dovuto al sovraccarico o all’eccesso. Oltre a tutto questo: abbiamo bisogno di crescere come persone e di sostenere gli altri a crescere a loro volta. Per riuscire in questa impresa, abbiamo bisogno di instaurare il giusto rapporto con il limite. 

Come fare? 

Il primo punto è riconoscere diversi tipi di limite: 

  • ci sono limiti da rispettare, questi limiti non vanno oltrepassati 
  • ci sono limiti da superare per crescere. 

Nel primo caso serve sviluppare l’abilità di fermarsi, che non è per nulla scontata. 

Nel secondo caso, serve conquistare l’abilità di fare, di superare gli ostacoli e di riuscire. 

Entrambi sono importanti. Per entrambi serve avere una dose di conoscenza (so cosa fare e so perché) e una dose di coraggio (voglio farlo, sono forte, ho energia). 

Questa spiegazione può apparire semplice, quasi scontata, ma non lo è. 

Oggi sono tante le esperienze in cui queste abilità mancano, anche semplicemente mangiare più del necessario o andare a dormire troppo tardi, sono limiti giusti non rispettati.  

A rendere più difficile la situazione, ci sono anche dei preconcetti e degli errori storici:  

  • credere che sia piacevole non rispettare certi limiti e trasgredire 
  • essere pigri o intimoriti e non superare i limiti per crescere. 

Questi due difetti si potenziano a vicenda: più trasgredisco (per es. assumendo cibo non salutare) e meno mi impegno (per es. nello studio, nel lavoro o nella ginnastica). 

Meno mi impegno (non ottengo risultati, non ho fiducia nelle mie abilità) e più trasgredisco (cerco un piacere facile, un sostituto, un surrogato). 

Trasgredire porta delle tossine nel nostro corpo, nella mente, nelle relazioni e nell’ambiente. 

Le tossine limitano il nostro potenziale di espressione, la nostra volontà, la nostra motivazione. 

Più tossine sono presenti = meno facciamo = meno otteniamo. 

Non ottenere i risultati desiderati o necessari, provoca disistima, perdita di motivazione e di energia. Così svuotati, l’unica soluzione che appare è la trasgressione, avviando un ciclo discendente. 

La grande sfida della crescita è avviare un ciclo ascendente in cui diveniamo sempre più capaci di tenere i limiti che ci danno stabilità e superare quei limiti che ci fanno crescere. 

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