Una proposta di formazione innovativa alle aziende per portare alle squadre l’abilità di essere inclusivi
Le aziende che cercano una formazione innovativa e fondano il loro successo sulla creatività e la collaborazione delle persone che formano una squadra, chiedono sempre più spesso di intervenire sull’abilità dei loro collaboratori DI ESSERE INCLUSIVI. Essere inclusivi appartiene alla sana fisiologia dell’azienda a tutti i livelli.
Essere inclusivi è un’abilità speciale, fa parte di un gruppo di abilità umane particolari. In questo caso non è sufficiente una conoscenza specifica o descrivere un comportamento per apprenderla. Nel farlo si rischia di costruire un “modo di essere”, un comportamento che non corrisponde alla verità ma si crea un’apparenza formale esteriore che introduce ulteriore falsità nelle relazioni.
È la stessa differenza che possiamo trovare tra etica e morale. Una differenza a mio avviso affatto semantica. Per essere una persona etica, ella è ciò che dice di essere, cioè incarna il suo pensiero, sentimento e comportamento. Nella persona morale questa coincidenza è assente. Esiste nella morale un comportamento forzato (come si deve essere) che spinge la persona a reprimere, nascondere il suo vero comportamento sottostante impedendogli di fatto di integrarlo e diventare etica.
Forzare il comportamento per apparire in un certo modo e contemporaneamente resistere a una parte di se porta a delle serie conseguenze. In questa azione in cui la persona si forza ad essere qualcosa che non è e nasconde qualcosa che è, si crea il contesto e i presupposti per originare una immagine idealizzata di sé. Inoltre questo processo logora e consuma la persona facendole perdere l’appartenenza, il coinvolgimento, (engagement) l’entusiasmo, la creatività e ovviamente l’empatia e la spontaneità. Insomma perde autorevolezza e carisma.
Per uscire da questo gioco è necessario creare esperienze più che conoscenze capaci di far emergere una nuova maturità relazionale.
L’inclusività per essere tale deve coinvolgere il SENTIRE della persona, cioè l’empatia. Deve anche coinvolgere un PENSARE se stessi e l’altro in modo EQUIVALENTE cioè con lo stesso valore. Questa relazione va al di la della stima e del rispetto. L’inclusività si ottiene con le abilità di relazione che sono diverse dall’abilità di comunicare. Si deve apprendere un tipo di relazione capace di comprendere l’altro in quanto persona non solo ridurlo a una informazione trasmessa nel canale della comunicazione.
PER ESSERE INCLUSIVA una persona ha bisogno dunque di sviluppare un certo grado di empatia e essere in grado di comprendere e di essere compresa come persona, a prescindere dall’informazione tecnica o personale che può essere emessa o ricevuta tra due o più persone. Come conseguenza di questi due precursori si può infine organizzare un comportamento volto a guidare e coltivare l’inclusività come qualità dominante dentro ad una specifica comunità di appartenenza.
Oltre alla ricca offerta di strumenti e strategie presenti in Business Synergy del Centro Studi Podresca ho preparato un pacchetto di 5 passi per acquisire e introdurre maggiore inclusività nelle dinamiche relazionali dentro alla sfera professionale.
Alcune aziende possono maturare e riconoscere la crescente necessità strategica di apprendere e usare lo strumento dell’inclusività per ottenere maggiori risultati aziendali. Il percorso che propongo è formato da cinque passi
Primo passo
Numerosi processi di Coesione per creare un avvicinamento tra le persone sviluppando le abilità di creare Affinità e Realtà Comune.
Secondo passo
Respiro Circolare Guidato (RCG): processi finalizzati per ristabilire il sentire e l’empatia, la spontaneità e la creatività nel gruppo.
Terzo passo
Abilità di relazione: per instaurare il ponte della relazione con i quattro elementi preverbali per ottenere la comprensione della persona.
Quarto passo “Grande Squadra”. Come si crea un gruppo, come un gruppo di persone evolve in una squadra e come i componenti apprendono come allinearsi e finalizzarsi fino a diventare una Grande Squadra.
Quinto passo
Intensivo sull’essere consapevole. Per conoscere l’esperienza dell’equivalenza e portarla nella relazione.
Questa composizione in cinque passi è lo strumento più potente e veloce a me noto per creare in un gruppo l’inclusività, l’appartenenza, il coinvolgimento, la creatività e liberare il potenziale di ogni singola persona.
Il percorso di formazione dedicato alle aziende che cercano una formazione di alta scuola può essere modulato con tutti i 5 passi o senza alcuni passi.
Può a seconda delle ore dedicate produrre un effetto minimo, medio o massimo. Conoscendo esattamente che cosa si vuole ottenere si può definire la portata dell’intervento.
Il progetto è pensato per la componente manageriale dell’azienda, ma può essere estesa a tutte le squadre con funzioni e scopi diversi da quelli dirigenziali.
Il gruppo ideale di lavoro va dalle 20 alle 40 persone.
Il modulo temporale minimo per ogni passo è una full immersion di una giornata (8 ore) senza interruzioni e distrazioni, ovviamente con le pause pranzo e merende. Ogni unità o passi specifici possono a seconda del gruppo e delle necessità essere ampliati e potenziati. Capita alle volte che le competenze necessarie siano presenti in un gruppo di persone che lavorano insieme, che abbiano superato il problema del gossip, come pure della divergenza o della competizione interna ma sia insufficiente la componente della coesione, o l’affinità o la realtà comune. Alle volte pur in presenza di tutti gli ingredienti positivi utili, questi non producono i risultati aspettati, perché iI gruppo non riesce a maturare l’essere una squadra. La squadra è diversa da un gruppo di persone che occupano uno spazio e un tempo condiviso. Coabitare e condividere mette insieme un gruppo di persone, ma non le rende ancora una squadra. La squadra possiede una precisa anatomia e fisiologia e solo in quel caso diventa vincete e potente nella sua espressione.
I gruppi ideali che affrontano la formazione dei cinque passi dovrebbero formarsi per motivazione. Le persone dovrebbero prima divenire consapevoli della loro necessità di essere inclusivi per crescere nella loro professione e nella loro squadra e poi prendere posizione e volere diventare inclusi. Una persona che non vede la necessità di essere inclusiva nelle sue relazioni, che è disinteressata o addirittura infastidita da questa forma di intimità e reciprocità, preferisce rimanere separata e barricata nella sua “tana” o confort zone di sicurezza-egoistica.
Forzare le persone a partecipare ad una formazione senza la loro piena comprensione, adesione e coinvolgimento non è un approccio adeguato. Si può fare, ma si parte svantaggiati. Capita alle volte che si maturi la consapevolezza di essere maggiormente inclusivi durante la formazione stessa, ma chi inizia con la giusta chiarezza e la giusta motivazione sin dall’inizio fa molta più strada. Vale perciò la pena fare diverse presentazioni prima del corso stesso in modo da illustrare alla squadra la necessità di imparare ad essere inclusivi fino a portare il collaboratore alla presa di coscienza che essere inclusivo è una sua priorità, un suo bisogno e una sua mission lavorativa. Quando questo bisogno diventa consapevole nasce e matura la giusta motivazione. Con la giusta motivazione si affronta e si superano tutti i limiti necessari per costruire una comunità inclusiva.
Sono le persone motivate ad essere inclusive a portare poi l’innovazione nelle loro squadre. Sono loro a disseminare in azienda il trend che evolve la cultura aziendale. Secondo gli studi basta Il 2 – 3% dei collaboratori che sono portatori del nuovo valore a creare il trend in una comunità di appartenenza. Sono perciò i dirigenti – manager motivati ad essere chiamati in prima persona per portare l’innovazione dell’inclusività e guidare il cambiamento e l’evoluzione della loro azienda.
Se volete portare l’inclusività nella vostra azienda, se ritenete che l’inclusività sia la strategia vincente, se pensate che la vostra azienda e la squadra di cui fate parte abbiano maturato il bisogno di essere maggiormente inclusivi, se siete desiderosi di portare l’innovazione nel vostro lavoro, contattate la segreteria del CSP per un colloquio.