L’ABILITÀ DI EMERGERE CON LA QUALITÀ DEL VERAMENTE

Quando sperimentiamo qualcosa, siamo molto proiettati e concentrati sugli oggetti dell’esperienza. Chi sperimenta va in secondo piano. Questo processo così calibrato sorvola e spesso ignora la qualità dell’esperienza di chi la sperimenta. Se imparassimo a portare e fissare l’attenzione prima su di noi, durante e dopo l’esperienza potremo scoprire in modo semplice e immediato se siamo capaci di viverla VERAMENTE. 

Come possiamo aumentare l’abilità di sperimentare le esperienze con la qualità del veramente? Sono già vere, tuttavia abbiamo una struttura che interpreta, giudica, resiste, forza, possiede aspettative, intenzioni nascoste e non dichiarate, e mentre noi facciamo tutto questo, gli altri fanno altrettanto. In un attimo l’esperienza si trasforma in qualcos’altro e il “veramente” sfuma, alterandosi. 

Quasi tutti noi possediamo un “censore” integrato nella personalità che interpreta, filtra trattiene oppure omette qualcosa del “veramente” che vorremmo o dovremmo essere nell’esperienza. 

Anche l’immagine idealizzata o negativizzata di sé opera in modo significativo per alterare la nostra esperienza: come vorremmo, più o meno inconsciamente, che gli altri ci percepiscano o non vorremmo mai che ci considerino? 

Vivere ed esperire la realtà e le relazioni umane veramente, significa farlo senza censura (nulla è celato, tutto è visibile), senza false interpretazioni (le cose sono solo ciò che sono, non rappresentano qualcos’altro) e senza secondi fini (ciò che fanno lo hanno fatto, non vogliono ottenere altro di non dichiarato o nascosto). 

L’azione è dunque VERA quando l’esperienza è fine a se stessa, non un mezzo o uno strumento per ottenere qualcosa di diverso. 

Per aumentare il veramente possiamo accendere la nostra attenzione, e possiamo vivere l’esperienza con un’intenzione curiosa e coinvolta; possiamo comprendere veramente quello che gli altri dicono e quello che vogliono esprimere e possiamo prenderlo veramente in considerazione; possiamo sentire intensamente e mostrare quello che sentiamo. 

Possiamo chiarire, sentire e mostrare i nostri pensieri, comunicarli agli altri e metterli in pratica, traducendoli in azione. 

Il veramente esige la coerenza dell’azione: se l’ordine è importante per me, mi alzo e riordino la mia stanza. Se quello che provo è vero, allora, attivo il mio comportamento di conseguenza. 

Gli altri considerano “veramente” solo ciò che è stato percepito in una sequenza coerente tra le parole e i fatti, anche in contesti ostili o avversi. Anche noi possiamo verificare la nostra espressione nello stesso modo e riconoscere il nostro veramente o ciò che vogliamo che lo diventi per noi stessi e per gli altri. 

Possiamo usare un “misurometro” semplice di mia invenzione per verificare la condizione di “veramente” o “fintamente” nella tua vita: analizza la tua percezione soggettiva in cosa ti deludi o ti preoccupi e ti agiti. 

Verifica allo stesso modo nella rosa delle tue relazioni significative o importati, chi deludi o chi preoccupi. Ti apparirà ovvio che se non ti deludi e non ti preoccupi, e questo equilibrio traspare anche nelle tue relazioni, la tua capacità di essere VERAMENTE è molto alta, da vero campione di veracità e coerenza. Sarai anche una persona molto amata e gradita, oserei dire ricercata dagli altri. 

Se la tua specialità è deluderti e deludere gli altri, allora non sei espresso veramente, ma stai evidentemente trattenendo e nascondendo la tua vera espressione. Direi che il tuo motore esistenziale non va al massimo dei giri. 

Se invece ti preoccupi con la tua espressione e anche gli altri ti rispondono in questo modo, allora la tua espressione è alterata e falsata: o non sei coerente oppure non è vero ciò che esprimi. 

L’essere pigri, deboli o falsati ed alterati nella nostra espressione non è tema di questa riflessione. Ma certamente deve essere adeguatamente indagata per essere integrata e rimossa. Per farlo puoi affrontare lo studio della mente o un Intensivo sull’Essere Consapevole. 

Comunque qualcosa di facile e di semplice possiamo farlo da subito.

Assumi la posizione: “io ci sono veramente, io sento e penso veramente, io mi esprimo veramente, io agisco veramente indipendentemente dal contesto in cui mi trovo finchè anche gli altri lo considerano e lo classificano come veramente mio.”

Domande & riflessioni

Che cosa per te vuol dire Veramente?

Descrivi una cosa che hai vissuto veramente. 

Come sei quando sei, senti, vuoi, fai veramente?

Dimmi un’esperienza che vuoi vivere veramente. 

Chi vuole che tu sia veramente?

Chi non vuole che tu sia “fintamente”?

Gli altri e il mondo intero hanno bisogno del tuo veramente o del tuo fintamente?

Come sarebbe la tua vita se fosse retta e condotta dal tuo veramente? 

Come sarebbe la tua vita se fosse retta e condotta dal tuo fintamente?

Scegli di essere veramente!

Scegli chi è veramente con te!

Scegli di essere veramente anche con chi ha scelto di essere con te fintamente. Dagli un’opportunità di cambiare. Dopo non trattenerlo: lascialo andare!

Io sono veramente con voi, volete voi essere veramente con me?

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