I nostri pensieri e atteggiamenti si sommano tra loro creando dei veri e propri ingranaggi. In alcuni casi sono ingranaggi utili che ci permettono di funzionare in modo ottimale, in altri casi sono controproducenti, talvolta provocano proprio i problemi che desideriamo evitare. Perché?
La mente umana ha una struttura particolare, è composta da una parte consapevole e una parte inconscia. Questo significa che noi originiamo pensieri, comunicazioni e comportamenti consapevoli, che scegliamo e vogliamo ma a volte reagiamo in modo automatico. Accade così che una persona faccia cose che in verità non vuole fare e di cui si pente in seguito.
Nel corso “Mente Funzionale” lo studente scopre gradualmente la mappa della sua mente inconscia, o reattiva. Scopre i meccanismi che fanno scattare atteggiamenti e comportamenti automatici che nella maggior parte dei casi risultano inadeguati e controproducenti. Oltre a divenire consapevole di questi meccanismi, ha l’opportunità di imparare a disinnescarli; invece di continuare a cadere sempre nella stessa trappola, impara a smontare la trappola stessa.
Una domanda è fondamentale: perché nella mente umana si formano meccanismi inconsci?
I meccanismi inconsci si formano quando un evento è sopraffacente, quando è troppo intenso e doloroso, tanto da non poter essere compreso, accettato e sostenuto. In questi casi si reagisce con la resistenza o la forzatura e l’insieme di questi vissuti fissano un’alterazione nella psicologia della persona.
Quello che risulta inaccettabile, incomprensibile e insostenibile rimane sospeso o registrato nel substrato mentale come informazione inconscia: l’informazione c’è, ma l’individualità consapevole non sa della sua esistenza. Una grande quantità di impressioni si collegano tra loro formando agglomerati e catene associative, come fanno gli atomi che si sommano e creano molecole sempre più complesse.
In più, questo materiale si deposta in veri e propri strati della mente reattiva con specifiche qualità che la ricerca ha identificato e definito scoprendo anche la via d’accesso per svuotarli della loro carica condizionante.
Se un’impressione rimasta registrata in un evento sopraffacente è capace di condizionare il comportamento, uno strato che raccoglie innumerevoli impressioni simili legate in una catena associativa, è capace di creare un tratto caratteriale della personalità.
Le impressioni formano dei veri e propri meccanismi inconsci che operano in modo autonomo, così una persona si ritrova a credere di essere incapace o sfortunata ma non ne sa il perché. Il vissuto interiore diventa atteggiamento e poi comportamento che provoca conseguenze nella concretezza della vita, fino al punto in cui gli altri iniziano a trattarla come incapace e lei conferma la veridicità della sua credenza.
In questo processo l’individuo perde la sua integrità, la sua espressione e la consapevolezza di guidare la propria vita. Crede di subire insuccessi e sentire insoddisfazione solo per colpa degli altri; se fossero doversi tutto sarebbe perfetto. Gli risolti appaiono cose se appartenessero agli altri e non sono mai riconducibili a se stessi. È questa la ragione per cui si suole dire: “Se non sei in pace con te stesso, sarai in guerra con tutto il mondo”.
Conoscendo gli effetti negativi degli irrisolti, è stata concepita la tecnica per dissolvere le impressioni che sono rimaste fissate negli eventi sopraffacenti. Quello che prima era inconscio, può ora diventare consapevole. Solo dopo una importante pulizia dei meccanismi condizionanti e dei sabotatori, diventa possibile riorganizzare in modo utile la parte funzionale della mente. Questo è possibile grazie a una conoscenza di nuova generazione maturata nei laboratori del Centro Studi Podresca: dopo aver dissolto un problema cronico, le strutture creative trasformano le dominanti in progetti di vita.
E sì, in profondità che sembrano oscurate da un’eclissi, sotto una coltre anestetizzante fatta di dolore e di confusione, si trovano le dominanti, quelle motivazioni genuine unite al coraggio di realizzare progetti che esprimono autenticamente l’individuo.
Le dominati sono una scoperta importante della natura umana. Esse sono preposte a dare senso e valore alla vita e portano all’esperienza soggettiva di completezza esistenziale. Raggiungere questa vetta è altamente significativo.
Rispetto a ciò che è storicamente noto, l’effetto è simile all’esperienza del viaggiatore che passa dal spostarsi in automobile al viaggiare in aereo. La velocità, le distanze e i tempi della crescita personale sono assolutamente imparagonabili. In più, c’è il vantaggio di essere il pilota dell’aereo che, non solo guida ma, sceglie la rotta nell’immenso cielo della vita.
Per approfondire il tema consiglio la lettura del mio libro “Nel labirinto della mente” pubblicato da Podresca Edizioni.