il mio risultato è in parte determinato dagli altri. Esiste  un problema che non può essere ignorato. Il problema in questione   non risiede nelle sfere d’influenza che ovviamente sono  diverse. Si possono unire e raccontare storie diversissime. Il fatto che l’altro sia in possesso sia del suo potere di determinarsi che di determinarmi nella mia sfera d’influenza non limita il  potere di entrambi. Le sfere d’influenza e il potere di determinarle esistono, non certo per escludersi o combattersi a vicenda, ma per trovare una somma possibile, evolutivamente inedita. Tuttavia esiste un problema con l’influenza che l’altro esercita sulla mia sfera di determinazione. Se l’altro tenta di determinarmi usando eccessivamente la sua facoltà di giudicarmi piuttosto che con un’azione diretta, una scelta, una presa di posizione, un accordo, una collaborazione oppure un risultato..ecc., le sfere non si sommano e lo scontro diventa catastrofico. Il giudizio è una componente fallace e distorsiva del potere degli altri di determinare la nostra vita. In alternativa ai giudizi, tutto il resto è molto costoso nel determinare gli altri, ad esempio con i propri risultati, le scelte, le azioni…ecc. Facile e diremo conveniente determinare gli altri con i giudizi. Costa davvero poco giudicare gli altri e tentare di influenzarli in questo modo. I giudizi possono essere esatti oppure no; possono essere alterati e distorto da una grande massa di fattori oggettivi e soggettivi. Insomma in generale, i giudizi e tantomeno i pregiudizi non dovrebbero affatto essere strumenti per determinare l’esito di alcunché. Quando però diventano fulcro su cui poggiare la leva del cambiamento si è certamente imboccata la strada che non tarderà rivelarsi sbagliata. Per questa ragione se una persona agisce e ritiene che per ogni risultato che realizza nella vita, il successo debba  essere determinato dai giudizi degli altri, non potrà arrivare all’esperienza della  completezza esistenziale. Quando i giudizi diventano strumenti di relazione, le persone giudicate non smettono di amare gli altri e la vita, smettono di amarsi e stimarsi. Perché quando giudichiamo, umiliamo e mortifichiamo qualcuno, vogliamo (inconsciamente) che le persone non si amino? Si tratta di una strategia competitiva  lesiva che nel nostro studio abbiamo identificato e definito: “Strategia di togliere il valore all’altro”. 

In Strategie Evolutive puntiamo a sviluppare strategie evolutive costruttive e inclusive. Eseguiamo processi concepiti per definire una mappa molto interessante:

1 Quali risultati determino io nella mia vita e quali io determino nella vita degli altri?

2 Quali risultati determinano gli altri nella mia vita con le loro scelte e con i loro comportamenti? 

3 Quali risultati sono determinati, condizionati dai miei giudizi  e pregiudizi e quali sono determinati, condizionati dai giudizi degli altri? 

4 Quali risultati sono determinati dai fatti? 

Quattro processi che permettono di far emergere una mappa interessante che acconsentono di penetrare ulteriormente la complessità della vita con inequivocabili vantaggi….

Tratto dal libro “STRATEGIE EVOLUTIVE” di prossima pubblicazione.

Post Recenti

Iscriviti alla Newsletter